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Smile, Beauty and More

Pan biscotto dei Caraibi

Ricordo che mia nonna sapeva fare pochi dolci, non amava molto stare in cucina, preferiva l’aria  aperta, la campagna. (Al contrario della nonna materna che ancora adesso si diletta in cucina… è peggio di me!) Era lei che mandava avanti la cascina, faceva poche cose ma le sapeva fare bene, con i pochi ingredienti che aveva a disposizione. Il sabato -di solito il pomeriggio- era il momento del “riposo”: le faccende fuori erano sistemate e si poteva stare in casa a cucinare, era il momento giusto di preparare un dolce per la domenica. 
Uno di questi era la crostata fatta con una marmellata scurissima, caramellata, buona da matti ma che non sono ancora riuscita a riprodurre … L’altra torta era una sorta di pandolce fatto con la farina, della fecola di patate, uvette e pinoli e -se c’era- qualche candito. Ormai l’aveva imparata a memoria, non usava neanche più la bilancia, metteva tutti gli ingredienti in una ciotola e mescolava; poi formava questa forma simile ad un pandolce genovese -l’avete presente? ecco lui…  quando si raffreddava diventava un pan biscotto dalla consistenza soda, ma che al primo morso si scioglieva in bocca.
Ecco, la consistenza del dolce che ho preparato oggi è molto simile, anche se qui ho aggiunto molti più ingredienti, ma la consistenza biscottata è lei! 
Mi piace ritrovare nel sapore di quello che preparo i ricordi…e poi se vi piace il cocco e i dolci da “inzuppo” come a me, questo è l’ideale!

Potrebbe essere anche un’idea da portare nel cestino al pic nic di Pasquetta, ormai ci siamo…
La ricetta è di Paul Hollywood “La magia del forno”
Ingredienti
per uno stampo da plumcake da 1 kg
450g di farina 00
1 bustina di lievito per dolci
185g di zucchero di canna
110g di cocco rapè
80g di uva passa
70g di noci pecan
50g di ciliegine candite
20g di mandorle a lamelle
110g di burro fuso
1 uovo intero
100ml di acqua
1 bacca di vaniglia
Scaldate il forno a 150°.
Imburrare e infarinate uno stampo da plumcake a 1kg o foderatelo con la carta forno.
Mescolate in una terrina la farina con il lievito, 150g di zucchero, la farina di cocco, l’uva passa (precedentemente ammollata), le noci pecan tritate, le ciliegie e le mandorle.
Versatevi sopra il burro fuso e mescolate il tutto aiutandovi con le mani, o se preferite con una planetaria.
A parte sbattete l’uovo con l’acqua, i semi della bacca di vaniglia, poi versateli nel mix di farina. Mescolate e trasferite l’impasto su di un piano di lavoro precedentemente infarinato, impastate fino ad amalgamare tutti gli ingredienti.
Modellate la pasta con la forma dello stampo, poi sistematela all’interno.
Formate una scanalatura al centro della pasta con un coltello, e versatevi lo zucchero rimasto.
Fate cuocere per un’ora circa.
Ph Daniela Tornato 2015
…Buon fine settimana a presto!
www.smilebeautyandmore.com

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Interazioni del lettore

Commenti

  1. Chiara Setti dice

    20 Marzo 2015 alle 7:15

    Purtroppo non ho presente il pandolce genovese ma a vederlo qui mi ispira un sacco!!! Un bacio carissima, buon we

    Rispondi
  2. Pooja Mittal dice

    20 Marzo 2015 alle 7:19

    ur tempting me with this deliciousness
    Keep in touch
    http://www.beingbeautifulandpretty.com
    http://www.indianbeautydiary.com

    Rispondi
  3. Paola Sabino dice

    20 Marzo 2015 alle 7:38

    Il sapore dei ricordi lo immagino proprio così, dolce, puntellato di colori e da inzuppare nella vita quotidiana, rendendola meno faticosa, più magica. Anche le mie due nonne avevano due predisposizioni diverse: l'una cuoca provetta, che faceva tutto a occhio; l'altra una ricamatrice, la trovavi sempre con ago e filo o con uncinetto in mano a crearci meraviglie. Ognuno ha un po' di magia nelle mani.. bisogna trovare solo il luogo in cui quelle mani devono andare a posarsi 🙂

    Rispondi
    • smilebeautyandmore dice

      21 Marzo 2015 alle 8:46

      Sono d'accordo Paola, basta poco, io vivo di questi ricordi mi piace scriverli qui, sono pezzetti di cuore e di vita! 🙂

      Rispondi
  4. giusi_g dice

    20 Marzo 2015 alle 7:45

    Daniela che ricetta fantastica e le foto che dire ???? sono strepitose …. non l'ho mai assaggiato il pandolce genovese e se questo gli assomiglia sembra una specie di plum cake ….. l'unica sarà provare a farlo anche se chissà se ci riesce ad eguagliarne la bellezza …… sono alcuni anni che mi cimento con le marmellate e di solito uso metodi naturali senza aggiunta di additivi chimici, la faccio cuocere a lungo fino all'occorrenza e mi piacciono ma trovo una differenza con quella di susine che faceva mia suocera tanto tempo fa … la sua era scurissima e la mia ha sempre una colorazione rossastra più vicina al colore del frutto … sarà forse perchè la facevano cuocere sull'aia sul fogon per giornate intere …. credo sarà quello il motivo….un abbraccio e buona giornata
    giusi

    Rispondi
    • smilebeautyandmore dice

      21 Marzo 2015 alle 8:57

      Giusi, il pandolce genovese è un pane ricco di spezie, frutta secca e canditi con una punta dolce ma non troppo, fa parte della tradizione a casa non manca mai nel periodo natalizio, ma si trova ormai tutto l'anno, io abitando al confine tra Liguria e Piemonte mi divido tra due tradizioni che a volte si mischiano anche! 🙂
      Anche a me piace tanto fare marmellate e confetture, si rigorosamente con metodi naturali ma non è mai venuta come quella di mia nonna, forse la pentola sbagliata, o forse il fatto che lei usava la stufa a legna, per ore ed ore e non il gas, aveva un sapore caramellato buonissimo ed era molto scura, infatti solo assaggiandola si riusciva a capire che tipo di frutta aveva utilizzato! Un abbraccio a te 🙂

      Rispondi
  5. Lara Bianchini dice

    20 Marzo 2015 alle 8:08

    Daniela davvero i hai riportato alla memoria anche la mia di nonna, somigliava moltissimo alla tua. Che ridere, il momento del riposo lo usa per cucinare, altroché svacco in divano e pc… non ci sono più donne di questa tempra. Un pandolce delizioso.

    Rispondi
    • smilebeautyandmore dice

      21 Marzo 2015 alle 9:06

      Si, c'era poco tempo per dedicarsi alla cucina si faceva nei ritagli di tempo quando tutto fuori in campagna era sistemato, ricordo che quando pioveva era una festa perché si poteva stare in casa, ma mai con le mani in mano! Hai ragione Lara le nostre nonne avevano una tempra ed una forza che oggi non esiste più, ma noi la portiamo avanti lo stesso con il loro ricordo!! 🙂

      Rispondi
  6. Virginia @ Zucchero e zenzero dice

    20 Marzo 2015 alle 9:16

    Sono sicura che prima o poi riuscirai a riprodurre la crostata di tua nonna, il tuo cuore e i ricordi ti indicheranno la strada giusta… Conosco bene il pandolce genovese perchè in effetti lo preparo tutti gli anni e tra i dolci natalizi è forse il mio preferito! Quest'anno ho optato per quello alto, ma ho sempre preparato quello basso e biscottato. Penso che adorerei questo dolce, friabile e pieno di cose buone!
    Un abbraccio e buon finesettimana 🙂

    Rispondi
  7. elenuccia dice

    20 Marzo 2015 alle 11:27

    Sembra proprio il tipo di dolce che piace a me. Molto rustico, senza creme e ricercatezze particolari. Amo questo tipo di dolci proprio perchè mi ricordano l'infanzia

    Rispondi
  8. Mariabianca dice

    20 Marzo 2015 alle 13:26

    A guardare le foto vien voglia di farlo subito…complimenti.

    Rispondi
  9. Ileana Pavone dice

    21 Marzo 2015 alle 10:48

    Mi piace leggere di te, dei tuoi ricordi, della tua nonna ^_^
    E mi piacciono tantissimo queste foto che diventano ogni giorno più belle!
    Scusa se sono un po' assente Dani, ma presto sarò più presente 🙂
    Buon fine settimana bella :*

    Rispondi
  10. Silvia A. dice

    22 Marzo 2015 alle 15:53

    Ho potuto conoscere soltanto l'affetto di una nonna, perchè gli altri se ne erano andati via troppo presto. Di lei ricordo che come la tua nonna, faceva tutto a occhio, non pesava mai nulla, il suo dolce forte erano delle crespelle intinte nello zucchero. Mi piace come parli dei ricordi e di come li rivivi dentro l'amore che metti nel preparare i tuoi dolci, i tuoi piatti! Questo pan biscotti dei caraibi contiene in sè la tradizione e la modernità e si sono sposati benissimo con tutti quei sapori che ci sono dentro!! sempre deliziosa!

    Rispondi
    • smilebeautyandmore dice

      23 Marzo 2015 alle 21:48

      Mi stupisco sempre di come il cibo ci leghi così tanto ai ricordi, Grazie di avermi raccontato un tuo ricordo Silvia grazie davvero!! 🙂

      Rispondi
  11. Kucina di Kiara dice

    23 Marzo 2015 alle 10:14

    Ciao Daniela! Scopro con enorme piacere un blog di cucina meraviglioso!!! Complimenti per la tua meravigliosa opera, le strabilianti ricette e le foto spettacolari! Bellissima questa ricetta, soprattutto perchè parla di cari ricordi… un abbraccio!

    Rispondi
    • smilebeautyandmore dice

      23 Marzo 2015 alle 21:48

      Ciao Kiara, benvenuta e grazie!! 🙂

      Rispondi

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Qualche scatto del banana bread al caffè e noci p Qualche scatto del banana bread al caffè e noci preparato qualche giorno fa la ricetta è sempre sul blog  il link è nella bio! 👈🏻

Buona Domenica!🌼

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Ho preparato in questi anni così tante versioni d Ho preparato in questi anni così tante versioni di dolci alla banana (banana bread) che a ripensarci ho perso letteralmente il conto. Un dolce semplice, senza troppe pretese, rustico ma soddisfacente, una ricetta per quando nella dispensa non c’è poi granché, ma in realtà c’è tutto quello che ti serve per riuscire a creare quello che di buono basta! 

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In una limpida mattina di febbraio, l’aria frizz In una limpida mattina di febbraio, l’aria frizzante entra dalla finestra e illumina il piano di lavoro della mia cucina. Fuori, il freddo invita a restare in casa e a dedicarsi con calma alla cucina, mi lascio avvolgere dal profumo di caffè, lo sorseggio lentamente. Sul tavolo, un sacchetto di patate viola attende di essere trasformato. Le guardo con un sorriso: sono un regalo speciale, ricevuto da un’amica che conosce bene la mia passione per gli ingredienti di stagione. La loro buccia rugosa nasconde una polpa sorprendente, di un viola intenso, quasi ipnotico.

Le lesso con cura e, man mano che l’acqua sobbolle, un profumo delicato e leggermente dolciastro si diffonde nella cucina. Quando finalmente affondo la forchetta, le patate cedono con facilità, rivelando la loro consistenza morbida e farinosa. Le schiaccio con pazienza, lasciando che si trasformino in una nuvola soffice pronta ad accogliere la giusta quantità di farina. Lavoro l’impasto con gesti sicuri e lenti, assaporando il piacere del contatto con la materia, fino a ottenere una massa omogenea ed elastica.

Tagliare i filoncini e formare gli gnocchi diventa un rito quasi meditativo: ogni pezzo scivola tra le mie dita prima di passarlo sui rebbi di una forchetta, creando quelle leggere scanalature che cattureranno al meglio la crema di taleggio. Il viola intenso degli gnocchi spicca contro la spianatoia di marmo infarinata, regalandomi un piccolo spettacolo cromatico, una gioia per gli occhi prima ancora che per il palato.

🪻Il link alla ricetta è nella bio o nelle storie e buon venerdì!

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Le patate vecchie sono perfette per gli gnocchi: m Le patate vecchie sono perfette per gli gnocchi: meno acqua, più amido e un impasto che resta compatto e morbido. E se fossero anche… viola?
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