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Smile, Beauty and More

Pan co’ Santi, alla ricerca della felicità

Avrei voluto scrivere prima della mia domenica a sfornare pane, ma purtroppo in questo periodo non vado molto d’accordo con il tempo che scappa come un fulmine e faccio fatica a rincorrere. Ma prima o poi lo fermo promesso! 
Ci sono fasi della vita che quando le attraversi poi è difficile tornare indietro: ti cambiano in meglio, e la cucina per me è tutto questo, sperimentare, imparare giorno dopo giorno a piccoli passi. Magari anche fermandomi ogni tanto, per poi ripartire e continuare questa lunga strada. Riuscire a fare il pane è un progetto per me ambizioso e appena cominciato… l’arte della pazienza e delle lunghe attese, dei profumi speziati e delle croste croccanti, dei pani che cantano!
Timidamente -mi perdoneranno i Toscani- vi presento il mio Pan co’ Santi fatto secondo il metodo di Jim Lahey. Magari tanti conosceranno questo metodo che per me è stata una piacevole scoperta. Non possedendo per il momento il lievito madre, ho deciso di sperimentare la lunga lievitazione, che permette di utilizzare una minima quantità di lievito di birra e di rendere quindi più digeribile il pane. Quindi con una lunga lievitazione e poi cotto all’interno di una pentola (meglio se in ghisa) resistente al calore con coperchio in forno! 
Nel suo “Libro Pane Senza Impasto” ci sono tante ricette, che non vedo l’ora di provare!

I grandi pani, belli scuri e rotondi, conservati ben racchiusi da un telo, quelli che senti il profumo in tutta la stanza: quei pani che parlano di ricordi e di saperi antichi.
Ingredienti
per una forma di pane
400g di farina di grano tenero integrale (macinata a pietra)
85g di uvetta
50g di noci tritate
8 grammi di sale
2 grammi di cannella
2 grammi di lievito di birra secco
1 pizzico di pepe nero 
350g di acqua fredda
Crusca o farina di mais per infarinare.
Mescolate bene la farina, l’uvetta, le noci, il sale, la cannella, il lievito, e il pepe in una ciotola di dimensioni medie.
Aggiungete l’acqua e mescolate con un cucchiaio di legno per 30/40 secondi, fino ad ottenere un impasto umido e appiccicoso, (non spaventatevi quella è la consistenza che deve avere).
Coprite la ciotola con della pellicola trasparente e lasciate riposare a temperatura ambiente per 18 ore, fino a che l’impasto non sia raddoppiato di volume.
Completata la prima lievitazione, riprendete l’impasto, cospargete il piano di lavoro di abbondante farina e rovesciate l’impasto su di essa aiutandovi con una spatola.
Usando le mani leggermente infarinate, sollevate la parte esterna dell’impasto e portatela verso l’interno, cercando di ottenere una forma rotonda.
Prendete un canovaccio di cotone pulito, cospargetelo di farina e adagiatevi l’impasto al centro. Ripiegate il canovaccio e lasciatelo lievitare per altre due ore in un posto caldo e privo di correnti d’aria: deve raddoppiare il suo volume.
Mezz’ora prima del termine dell’ultima lievitazione, accendete il forno a 240° e adagiate la griglia nella parte più bassa, mettete al centro la pentola vuota con il coperchio, che comincerà a scaldarsi.
Passato il tempo tirate fuori la pentola dal forno, facendo attenzione perché scotterà. Cospargete il fondo di farine e rovesciatevi l’impasto all’interno, chiudete con il coperchio e mettete in forno per 30 minuti.
Togliete poi il coperchio e lasciate ancora cuocere per altri 15/20 minuti, il pane dev’essere ben dorato!
Fate raffreddare su di una gratella, si conserva anche per diversi giorni chiuso dentro un panno di cotone.
Ph Daniela Tornato 2014
Il passato non è luogo di ricordi e vane nostalgie, 
ma ricchezza di una fonte che sgorga nel presente.
Cit. Marco Pesatori


www.smilebeautyandmore.com

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Commenti

  1. Any dice

    30 Ottobre 2014 alle 6:36

    Quello dei lievitati è un capitolo a parte. E' un arte. Ma e a te Dani, ti riesce tutto così bene!
    Il pane è stupendo, il colore, la crosta, le noci nell'impasto…mi ha conquistato!
    A presto e buona giornata…ora vado al mercato!

    Rispondi
  2. Manuela Pinkfrilly dice

    30 Ottobre 2014 alle 7:04

    Che voglia che mi fa!! Ricetta salvata ci proveró. Grazie :-)) e foto deliziose

    Rispondi
  3. Monica Giustina dice

    30 Ottobre 2014 alle 7:44

    Il metodo del pane senza impasto è quello che si vede più spesso a casa mia. Purtroppo il tempo è tiranno e questo metodo veloce, con solo lunghi tempi di lievitazione, permette di avere ottime pagnotte di mille varietà.
    Questa tua proposta è interessante e particolare, mi piace e, prima o poi, spero di poterla fare!
    Un bacione

    Rispondi
  4. Una V nel piatto dice

    30 Ottobre 2014 alle 9:30

    Daniela, credo che ormai lo sai, adoro le tue foto, adoro il modo in cui presenti le tue ricette ed il calore che le stesse trasmettono,
    Bellissimo pane così rustico e ricco di gusto.
    Da poco ho il licoli , ho abbandonato definitivamente il lievito di birra, e mi sto divertendo tantissimi con buonissimi risultati e comunque la lunga lievitazione è quella che ho sempre preferito anch'io, il risultato finale è decisamente migliore e più buono 😀

    Rispondi
  5. Pooja Mittal dice

    30 Ottobre 2014 alle 9:42

    sned dome to to me , it look sooo fluffy 🙂
    kisses,
    http://www.beingbeautifulandpretty.com
    http://www.indianbeautydiary.com

    Rispondi
  6. Manuela e Silvia dice

    30 Ottobre 2014 alle 12:24

    Mamma mia che bello questo pane! rustico ma dolce, perfetta la consistenza e la crosta croccante e dura..insomma, uno di quei pani perfetti sia accompagnati ma anche e soprattutto da soli!!

    Rispondi
  7. Anisja dice

    30 Ottobre 2014 alle 19:24

    Un pane fantastico!!!! per essere un inizio è un gran bell'inizio!!!! la fetta è spettacolare e le foto magnifiche come sempre, complimenti!!!!
    A presto …..

    Rispondi
  8. Ilaria Guidi dice

    31 Ottobre 2014 alle 9:26

    Dani questo pane è meraviglioso…sembra di sentirne il profumo…ti è venuto benissimo…è sempre bello leggerti…ed io sono innamorata delle tue foto, assolutamente fantastiche.
    Un grande bacio
    Ila

    Rispondi
  9. Virginia @ Zucchero e zenzero dice

    31 Ottobre 2014 alle 12:07

    E' bello dedicarsi alla panificazione, soprattutto quando il tempo sembra correre troppo velocemente. E' un modo per riprendere il fiato e per fermarsi per fare qualcosa di bello e rilassante 🙂
    Ti è venuto proprio bene e sono sicura che ne vedremo ancora delle belle!
    Buon finesettimana!
    V

    Rispondi
  10. Sabrina dice

    2 Novembre 2014 alle 0:45

    Da ig sono venuta nel tuo blog….complimenti foto spettacolari e ricette che mi ispirano un sacco! Bravissima!

    Rispondi
  11. Francesca P. dice

    3 Novembre 2014 alle 18:19

    Non so se mi sono innamorata di più del pane o della tua camicia… 😀 In ogni caso sai sempre stupire con nuove sfide, fare il pane non è semplice, chi meglio di me lo sa! E' un piccolo miracolo che ha bisogno di cure e tanta calma, in contrasto con le vite frenetiche che viviamo e con le corse quotidiane… ma quanto è bello rallentare seguendo il ritmo del cibo, un po' come si fa con le stagioni…
    Preparo un bel tagliere di formaggio e ti raggiungo! 🙂

    Rispondi
  12. Le Sucre et Moi Fabrizia M. dice

    19 Dicembre 2014 alle 17:47

    Carissima Daniela, tornare oggi a leggerti mi ha riempita di gioia: nulla e' più vero di ciò che scrivi e riporti: il passato ci appartiene e ci insegna, le attese e la pazienza, anche in cucina, a noi, come alle nostre nonne, regalano gioia..
    Ti auguro un Natale di luce e serenità!
    Ti abbraccio,
    Fabrizia

    Rispondi
  13. Sonja dice

    6 Gennaio 2016 alle 22:21

    Ho trovato questo post illuminante, grazie mille di averlo condiviso! http://cresceresognare.blogspot.com

    Rispondi

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Qualche scatto del banana bread al caffè e noci p Qualche scatto del banana bread al caffè e noci preparato qualche giorno fa la ricetta è sempre sul blog  il link è nella bio! 👈🏻

Buona Domenica!🌼

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Ho preparato in questi anni così tante versioni d Ho preparato in questi anni così tante versioni di dolci alla banana (banana bread) che a ripensarci ho perso letteralmente il conto. Un dolce semplice, senza troppe pretese, rustico ma soddisfacente, una ricetta per quando nella dispensa non c’è poi granché, ma in realtà c’è tutto quello che ti serve per riuscire a creare quello che di buono basta! 

🤍Io per il fine settimana lo preparerei! 

Trovate la ricetta sul blog il link è nelle storie e nella bio! 

🌼Buon weekend!

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In una limpida mattina di febbraio, l’aria frizz In una limpida mattina di febbraio, l’aria frizzante entra dalla finestra e illumina il piano di lavoro della mia cucina. Fuori, il freddo invita a restare in casa e a dedicarsi con calma alla cucina, mi lascio avvolgere dal profumo di caffè, lo sorseggio lentamente. Sul tavolo, un sacchetto di patate viola attende di essere trasformato. Le guardo con un sorriso: sono un regalo speciale, ricevuto da un’amica che conosce bene la mia passione per gli ingredienti di stagione. La loro buccia rugosa nasconde una polpa sorprendente, di un viola intenso, quasi ipnotico.

Le lesso con cura e, man mano che l’acqua sobbolle, un profumo delicato e leggermente dolciastro si diffonde nella cucina. Quando finalmente affondo la forchetta, le patate cedono con facilità, rivelando la loro consistenza morbida e farinosa. Le schiaccio con pazienza, lasciando che si trasformino in una nuvola soffice pronta ad accogliere la giusta quantità di farina. Lavoro l’impasto con gesti sicuri e lenti, assaporando il piacere del contatto con la materia, fino a ottenere una massa omogenea ed elastica.

Tagliare i filoncini e formare gli gnocchi diventa un rito quasi meditativo: ogni pezzo scivola tra le mie dita prima di passarlo sui rebbi di una forchetta, creando quelle leggere scanalature che cattureranno al meglio la crema di taleggio. Il viola intenso degli gnocchi spicca contro la spianatoia di marmo infarinata, regalandomi un piccolo spettacolo cromatico, una gioia per gli occhi prima ancora che per il palato.

🪻Il link alla ricetta è nella bio o nelle storie e buon venerdì!

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Le patate vecchie sono perfette per gli gnocchi: m Le patate vecchie sono perfette per gli gnocchi: meno acqua, più amido e un impasto che resta compatto e morbido. E se fossero anche… viola?
Sul blog trovate una nuova ricetta e il condimento che ho scelto per esaltarne al meglio il sapore. 

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